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Sfratti sospesi fino al 1° settembre

01/05/2020

Altri due mesi di sospensione degli sfratti. Nella legge di conversione del Dl 18/2020 “Cura Italia” (il testo coordinato è sul supplemento n. 16 alla Gazzetta Ufficiale d ieri) è stato cambiato l’articolo 103, comma 6, che già prevedeva la sospensione dell’esecuzione «dei provvedimenti di rilascio degli immobili, anche ad uso non abitativo» sino al 30 giugno 2020. Quindi ai 106 giorni di blocco se ne aggiungono altri 63. Quasi sei mesi.

I motivi

Le ragioni sono nelle origini della quasi totalità dei provvedimenti: la morosità. Il Governo ha scelto di aiutare chi non ce la fa (anche se alcuni hanno scelto di non pagare, giocando sul “termine di grazia” e sulle note lungaggini, per cui di fatto un anno di affitto è gratuito). E gli aiuti per la «morosità incolpevole», a causa della farraginosità delle procedure, sono rimasti nel cassetto.

In sostanza, per tutti gli sfratti la cui esecuzione sia ancora pendente, l’attività degli ufficiali giudiziari per il rilascio è congelata (per non parlare di quella delle questure che assegnano gli agenti di Ps nella fase finale dello sfratto).

La ripresa delle procedure, probabilmente, non sarà comunque rapidissima, quindi, nelle grandi città, gli inquilini sfrattati possono stare tranquilli per un bel po’. I proprietari, dalla data di convalida dello sfratto, non sono tenuti a pagare le imposte sui redditi sui canoni non percepiti.

Nel passato era l’equo canone

Tra l’altro, il ricorso al blocco degli sfratti è stato frequente nel secolo scorso, quando la legge dell’equo canone aveva fatto sparire le case in affitto dal mercato ufficiale e chi aveva la fortuna di essere titolare di un contratto vantaggioso si era ben guardato dall’andarsene alla scadenza. Si erano accumulati centinaia di migliaia di procedure, quasi tutte, però, per finita locazione e poche per morosità.

Negli ultimi vent’anni, invece, la percentuale si è invertita: gli ultimi dati disponibili dell’Interno parlano di circa 118mila richieste di esecuzione e 30mila esecuzioni avvenute nel 2018, e il 90% delle richieste di sfratto è per morosità.
(Il Sole 24ORE – Estratto da “Norme & Tributi” 1 maggio 2020)

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